« il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio,»
Questa frase di Gesù può sembrare contraddittoria a chi ricorda le parole con le quali Lui in precedenza diceva che Dio “non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare* il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Gv 3,17).
Ora, invece, Gesù dice che il Padre... ha dato ogni giudizio al Figlio e, per risolvere questa apparente contraddizione, è necessario tenere bene a mente il sottostante messaggio teologico caratteristico di questo Vangelo:
Di fronte all'incarnazione del Verbo l'essere umano è infatti posto di fronte all'alternativa di credere in Lui per avere la vita eterna**... oppure di rifiutarsi di credere, esprimendo così un giudizio di “auto-condanna” con il quale decreta la propria morte interiore.
Pertanto... diversamente dalla tradizionale idea giudaica del giudizio divino emesso sull'essere umano "alla fine dei tempi” (poi ripresa anche in ambito cristiano)... il “giudizio” di cui parla Gesù è l'effetto immediato della Sua presenza, che provoca nell'essere umano la necessità di schierarsi... pro o contro di Lui.
Ecco allora che è il credente, o il non-credente, a giudicarsi da solo davanti a Cristo schierandosi rispettivamente per la propria vita eterna**, o per la propria condanna... ed è conformemente a tale significato che nel prosieguo di questo Vangelo Gesù affermerà di nuovo “non sono venuto per giudicare* il mondo, ma per salvare il mondo” (Gv 12,47).
Segue: Gv 5,23
* Numerose edizioni bibliche scrivono "non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo", ma Gv ha usato il termine greco “krinē”, dal verbo “giudicare”.
* Vedi il termine "Giudizio" nel Glossario
** Vedi il termine "Vita eterna" nel Glossario