Gv 5,24

« In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.»

Con il tono solenne annunciato dal duplice “amēn”... qui tradotto nell'espressione In verità, in verità... Gesù giunge al “fulcro” di questa Sua rivelazione, dicendo: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna.
Già in precedenza Lui aveva detto che il Padre ha inviato il “Figlio Unigenito” nel mondo “perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16) ed adesso Gesù innesta, su questo concetto, due fondamentali precisazioni:
La prima è contenuta nella frase chi ascolta la mia parola... a significare che i Suoi insegnamenti devono dunque essere l'oggetto della fede di coloro che vogliono avere la vita eterna.
Poi, Gesù aggiunge che per ricevere questa vita eterna è anche necessario credere a colui che mi ha mandato... non nel senso di dover orientare la propria fede verso il Dio trascendente... quanto invece nel senso di credere che è stato Lui, il Padre, ad inviare in questa dimensione il Figlio, il quale “dice le parole di Dio” (Gv 3,34).
La parola di Gesù si trova dunque nel cuore di questa Sua fondamentale affermazione che di fatto costituisce l'annuncio essenziale di questo Vangelo... ovvero quel “kerygma” giovanneo che, osservato da vicino, implica un ulteriore e fondamentale aspetto :
Diversamente dal Verbo divino che autonomamente agisce in questa dimensione sin dall'alba dei tempi nella forma della Vita (Cfr. Gv 1,3-5), donata indistintamente ad ogni essere vivente... il Verbo, in quanto rivelazione della Realtà di Dio agli esseri umani, li chiama alla Vita eterna ponendoli però di fronte ad una scelta di libertà:
Chi ascolta la Sua Parola, ha la vita eterna nel senso che entra in comunione con la Vita eterna che il Padre ha in Sé stesso... e dunque non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.
Chi invece resta “incredulo” alla Parola del Figlio e, per conseguenza, rifiuta anche il Padre che Lo ha mandato, cade sotto il giudizio… nel senso che si giudica da sé stesso, trasformando la sua momentanea condizione mortale nel suo perenne destino.

* Vedi nel Glossario i termini :
"Giudizio"
"Vita eterna"

Segue: Gv 5,25

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