Anche se in seno alla cristianità sono in molti a presentare i 4 Vangeli “canonici” come un "monolite" teologico inscindibile, non occorre essere necessariamente degli esperti per rendersi conto che tra di essi esistono delle differenze sostanziali proprio in relazione al più importante degli aspetti teologici, vale a dire la “cristologia”, che è la “parte della teologia che spiega sistematicamente chi e cosa Gesù Cristo è in sé” (Dizionario del Cristianesimo, suppl. a Jesus – marzo 2000, Periodici san Paolo, Milano, p. 49).Se infatti si confrontano i 3 Vangeli sinottici di Marco Matteo e Luca (databili grossomodo tra il 70 e il 90 d.C.), con il successivo Vangelo di Giovanni (databile all’incirca tra la fine del I° e l'inizio del II° secolo dell’era cristiana), ci si può rendere conto che nei primi è riscontrabile una “cristologia dal basso”, che si sviluppa a partire dall’esame della vita terrena di Gesù… mentre il IV° Vangelo è caratterizzato da una “cristologia dall’alto”, che presenta Gesù come l’incarnazione dell’eterno e preesistente Verbo di Dio “che si fece carne” (Gv 1,14).













































